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Inchiesta sulla corruzione a Rieti, controlli su 56 tecnici e 12 imprese

Rieti - Dodici imprese, 56 professionisti. Sono questi i primi numeri sul tavolo della Procura della Repubblica di Rieti. Nel disastro post sisma che ha distrutto i centri storici di Accumoli e Amatrice la cornice dei dati che il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza sta chiudendo indica ormai due direzioni investigative: la prima sugli appalti affidati a trattativa privata e le presunte omissioni per i lavori pagati con i soldi pubblici del terremoto del 1997, la seconda connessa ai «furbetti del contributo». ovvero quegli enti e quei cittadini che, pur avendo ricevuto erogazioni pubbliche per i danni del terremoto, non hanno ottemperato alle prescrizioni previste nella ristrutturazione degli immobili.

Soldi mal spesi

è da qui, dunque, che si parte per ricostruire minuziosamente tutti i passaggi del flusso di denaro che in due circostanze diverse (sisma 1997 e poi sisma del 2001) ha fatto piovere su Rieti e il suo hinterland circa 90 milioni di euro in due tranche diverse. Un lavoro lungo questo che la Guardia di Finanza e la Procura di Rieti stanno facendo anche perché si tratta di «ricostruire gli ultimi vent’anni di storia della provincia reatina», sia per quel che concerne il territorio sia per quanto riguarda il ruolo giocato dalle istituzioni: a cominciare da quello che hanno avuto in quegli anni (dal ’97 al 2007) i tre sub commissari per il terremoto che si sono succeduti nel tempo, gli uffici regionali, che proprio ieri hanno ricevuto la visita degli uomini della Guardia di finanza, i funzionari provinciali, quelli del genio civile, ma anche tutti gli uffici tecnici (lavori pubblici e urbanistici) che hanno «incamerato» consistenti finanziamenti per poi destinarli negli incarichi a una significativa schiera di tecnici e soprattutto a numerose imprese.

Conflitti di interesse

E proprio su quest’ultimo aspetto da ieri si stanno concentrando, in modo particolare, le attenzioni del Nucleo di polizia tributaria che contano anche di recuperare a breve – se non tutti – almeno una parte considerevole dei documenti urbanistici «custoditi» sotto le macerie dei comuni di Amatrice e Accumoli. Documenti importanti, fanno capire gli inquirenti, non tanto per quel che concerne le erogazioni individuali, che sono state già acquisite agli atti nel fascicolo dell’inchiesta, casa per casa, immobile per immobile quanto per ricostruire come i tecnici comunali abbiano messo in collegamento Enti attuatori, finanziamenti statali e regionali e imprese edili. Legami, insomma, e presunti conflitti d’interessi tra politica e imprese sui quali da ieri sono al lavoro anche cinque uomini del Ros che incrociano nomi con imprese, codici fiscali con partite iva, bonifici bancari ed erogazioni di consistenti somme di denaro pubblico nel corso di almeno un decennio.

L’inchiesta, dunque, sta procedendo a ritmo serrato. Se non altro sul fronte della strategia e dei mezzi messi in campo dagli investigatori laziali. «Ora, alle ipotesi investigative – si spiega negli ambienti giudiziari – si devono trovare conferme sulle carte». Sia per quel che concerne le modalità di incarico e la concessione di appalti nel settore pubblico, sia anche nelle concessioni ai privati che subirono danni.

Le 12 aziende

Per ora è certo è che almeno sulle imprese impiegate nei lavori, soprattutto tra Amatrice e Accumoli, i primi accertamenti sono già cominciati da qualche giorno. In tutto nel cratere sismico dei due centri montani ai confini con le Marche hanno lavorato 12 aziende (oltre al consorzio di imprese che ha svolto i lavori alla scuola di Amatrice, crollata nella notte delle prime scosse del sisma) che si sono divise circa tre milioni e mezzo di euro. Tutte le opere finanziate sono di nuovo crollate o inagibili: e così anche quelle collaudate (come, appunto, la scuola «Romolo Capranica») di Amatrice e quelle ancora da completare. Nella ricostruzione, invece, o se si preferisce negli interventi post sisma, hanno lavorato oltre cinquanta tecnici e cinque geologi. Ed è proprio su quei lavori e quei collaudi che da qualche ora si sta concentrando l’attenzione degli inquirenti, a cominciare da quei palazzi dove si sono registrate vittime.

[Fonte: Il Secolo XIX]